La pesca viene fatta ancora con metodi tradizionali e quasi arcaici.
Movimenti sincronizzati, braccia forti ed esperte che stendono le reti al sole per farle asciugare e le arrotolano per metterle sulle barche, le stesse braccia spingono le barche dalla spiaggia al mare e viceversa, aiutate spontaneamente con affetto il piu' delle volte dai bagnanti, venendosi a creare una patecipazione corale, ove l'eta' non conta in un insieme di ruoli che unisce giovani ed anziani, e prescinde da eventuali e diverse categorie sociali.
Tutto cio' per svolgere un lavoro duro e pericoloso, fatto di sacrifici di molte notti passate sul mare sotto le stelle e talvolta anche fra le impreviste intemperie ove l'aurora e l'alba sono i momenti del rientro, che non sempre coincidono con una quantita' soddisfacente di pescato.
Questi pescatori grandi conoscitori del mare e del tempo li vedo lavorare da moltissime estati sempre con gli stessi movimenti con la stessa dignita' quasi sacrale, con lo stesso attaccamento alle tradizioni ed amore per il mare che da loro da vivere.
I vruchi vengono usati anche per pescare le ricciole.
Vengono messi a galleggiare nel mare, creano una zona di ombra ove si vanno a mettere questi pesci.
Quindi si puo' procedere alla pesca.
Un'altro tipo di pesca che veniva fatta nel "fiume di mare", dai ragazzi nel tempo libero in un passato molto recente, era la pesca delle anguille.
Queste venivano prese da sotto le pietre con le forchette, oppure raramente perche' era vietato, con i semi dei cammeruni (euforbie) e con la calce.
Ora questa attivita' di tempo libero non viene quasi piu' fatta: queste piccole storie di vita quotidiana vengono ricordate con una certa nostalgia come attivita' appartenute ad un mondo giovanile che non esiste piu'.
Con le radici delle tamerici si ricava la famosa radica assai pregiata per la produzione delle pipe e bravi artigiani provvedevano a costruirle.
Copyright © 2025 I Vruchi di fiumefreddo Rights Reserved.